UNIAT e ADOC concordano sul fatto che la direttiva sulle case ecologiche sia positiva, ma ritengono inaccettabile che le persone debbano sopportare il peso della transizione.

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Dichiarazione di Pietro Pellegrini, Presidente Uniat aps Nazionale e Anna Rea, Presidente Adoc Nazionale aps.
Esprimiamo un giudizio positivo sulla Direttiva europea sulle case green, la transizione non va declamata, ma praticata. Così in una nota i Presidenti di Adoc e Uniat, Anna Rea e Pietro Pellegrini. Le emissioni di CO2 derivano in gran parte da immobili energivori. Apprezziamo i tempi e le modalità più soft definite, diversi rispetto alla proposta originaria – continuano Rea e Pellegrini – tuttavia, siamo preoccupati se non interverranno tempestivamente decisioni da parte dello Stato e delle Regioni per aiutare le famiglie, a partire da quelle che vivono in povertà energetica, circa 2 milioni.
Su oltre 12 milioni di immobili in Italia, 1,9 milioni sono in classe G. Secondo alcune stime, si parla di una media di costo per famiglia dai 30 ai 50 mila euro.
Le famiglie italiane già vivono in condizioni difficili, a causa dell’aumento dei costi dell’energia e dei prezzi di prima necessità, con pensioni e stipendi fermi – affermano i Presidenti di Adoc e Uniat – dunque, non saranno in grado di anticipare i soldi per la riqualificazione energetica.
Serve assolutamente istituire un fondo per la povertà energetica che aiuti nella ristrutturazione e preveda contributi mirati alle famiglie per raggiungere l’obiettivo. Non si può scaricare il peso della transizione sulle persone – concludono Anna Rea e Pietro Pellegrini.
Roma, 13 marzo 2024